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La dura, la tenera e la manovra

dicembre 8, 2011

 

Non sono così ingenua e non sono così giovane da non capire quanto fuori luogo e fuori tempo sia, oggi, rievocare concetti di compostezza, di limite e di dignità.

E’ un esercizio apparentemente sterile,  che,  se non altro, se proprio tutto è destinato a involvere e sfiorire in questo crepuscolo di civiltà, varrà come testimonianza.

L’ispirazione, o meglio il pungolo, non nasce, stavolta, dalla catastrofe che ha colpito l’Italia, ufficialmente consegnata, da un comunista mai pentito, nelle mani di banchieri massoni mai eletti, ma dall’indecente spettacolo dell’ asservimento puttanesco di quella categoria di gran ruffiani, giornalisti e intellettuali, che non guidano, ma soggiogano una opinione pubblica ormai degenerata in demenza universale.

Nessuno tra coloro che  in questi giorni hanno incensato il “sobrio” professor Monti, asceta della Trilateral, mistico della Goldman Sachs, anacoreta del gruppo Bildenberg, mi ha particolarmente colpito: i soliti lustrascarpe intenti a riciclarsi quali maggiordomi in casa di un ricco e famoso… stavolta, finalmente!, quotato a sinistra.

I ministri di cotanto signore non sono infatti vergini vestali e tantomeno solitari cenobiti della cultura, scomodati dai loro eremi per venire a salvare la Patria: c’è, tanto per fare qualche esempio, la candidata dell’UDC, c’è il guardasigilli di Prodi, c’è l’estensore della “riforma Bindi”, c’è il capo di gabinetto di Scognamiglio e il candidato del PD a sindaco di Torino.

Uno schieramento così a sinistra non poteva non emozionare la sinistra italiana.

Ma è forse la presenza di tre donne in posizioni rilevantissime che ha estasiato qualcuno che, purtroppo, non ha retto l’emozione.

E’ la signora Terragni!

Femminista implacabile, giornalista, blogger, conferenziera e pensatrice non originalissima, ma targata PD che difronte alle intolleranze vocianti del pubblico di Giuliano Ferrara non si  fa intimidire, si sdilinquisce,oggi, e va in sollucchero, per la rottura delle acque della ministra.

Per le lacrime della Fornero la temibile Marina si commuove, sbanda e sbotta perdendo del tutto quel senso del ridicolo che non raramente è ancora di salvezza pure per i meno dotati.

Scrive, la nostra, un’ elegia imbarazzante a quella che definisce la “ministra più bella del mondo”, citando un titolo tedesco che, a suo tempo,  celebrava le curve della Carfagna:

Dopo un ventennio di sentimenti ad personam. Lacrime, forse, di rabbia, per lo scacco, per non essere riuscita a trovare e imporre un’altra soluzione.”

 

Lacrime di rabbia dunque,” benchè le colpe non siano sue ma interamente di altri”, ci assicura la Terragni.

Lacrime che, a suo dire,” lasceranno un indizio prezioso per un modo femminile di intendere la politica, e per tutte quelle che vi si avventureranno”.

Dunque la via del giusto sentire è segnata.

Ci sono, come le leggi, i sentimenti ad personam: quelli fasulli che appartengono a chi non ci piace e quelli autentici, degli amici.

Ipse dixit!

Ma anche i termini della buona condotta in politica sono finalmente chiari:  le donne che in futuro saranno ministre non si sentano moralmente obbligate a lasciare la poltrona quando si troveranno ad avallare governi strangolapoveri.

Quanto è vero che non abbiamo rivali!

In certi campi non c’è partita, siamo le migliori…e andiamo migliorando.

Sarà che Grande Fratello (no, non nel senso di Monti!) docet.

Prima due lacrimucce da femminucce facevano fessi solo i maschi….oggi ci cascano pure quei cuori teneri delle femministe PD.

Elsa però è di altra pasta:culo saldo alla sedia  e klinex in borsetta…la manovra la commuove, ma non la smuove!

E quando, fra pochi mesi,  avrà lasciato a terra morti e feriti, un’altra soffiata di naso e la coscienza sarà salva.

La politica, in fondo, è roba da dure.

Irma  T.M.

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